MINDFULNESS è una parola inglese che significa consapevolezza e indica un modo di
prestare attenzione al momento presente con flessibilità, apertura e curiosità.
Da un punto di vista etimologico, il termine mindfulness è la traduzione inglese della
parola in lingua pali “SATI” che significa “attenzione consapevole” o “attenzione
nuda”.
L’idiogramma cinese per “mindfulness” è “nian” (念) che è la combinazione di due
caratteri diversi, ognuno dei quali ha il suo significato. La parte superiore
dell’idiogramma significa “adesso”, mentre la parte inferiore significa “cuore” o
“mente”. Letteralmente l’idiogramma completo indica l’atto di vivere il momento
presente con il cuore.
L’applicazione è basata sulla pratica di meditazione orientale Theravada e
comprende esercizi di pratica formale (meditazione seduta, meditazione camminata,
joga, body scan ecc) e pratica informale (attenzione consapevole alle attività
ruotinarie, lavare i denti, mangiare, fare la doccia ecc..)
Praticare Mindfulness ci insegna a
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”.
Si tratta cioè di dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla.
Allenare le proprie abilità di Mindfulness (consapevolezza) conduce a sperimentare
un NUOVO modo di entrare in contatto con ciò che possiamo percepire all’interno e
all’esterno di noi stessi e di fatto migliora significativamente la qualità della vita e
riduce notevolmente l’impatto dei fattori stressanti.
Un’ area di ricerca, che sta alimentando l’interesse nella mindfulness, è quella
sulla neuro-plasticità (cioè la capacità della mente di cambiare il cervello) che utilizza
metodi di neuroimaging (PET, Risonanza Magnetica Nucleare). E’ noto, infatti,
che “i neuroni che si attivano insieme, si legano tra loro” (Hebb, 1949, in Siegel,
2007) e che l’attività mentale della meditazione attiva specifiche aree del cervello.
Sara Lazar e altri (2005) hanno dimostrato che, dopo anni di pratica meditativa, le
aree del cervello associate all’introspezione e all’attenzione diventano più spesse.
Davidson e altri (2005) hanno riscontrato che, dopo solo otto settimane di training di
mindfulness, aumenta l’attività nella corteccia prefrontale sinistra. L’attivazione di
quest’area è associata alle sensazioni di benessere come pure l’aumento dell’ attività
metabolica in questa parte del cervello è correlato alla forza della risposta
immunitaria al vaccino contro l’influenza. Modificazioni ancora più significative si
trovano nel cervello dei monaci tibetani, che hanno un’esperienza di pratica
meditativa compresa tra le 10.000 e le 50.000 ore (Lutz, Grelschar, Rawlings,
Richard e Davidson, 2004).
Viviamo nel mondo con la mente straripante di pensieri, così tanto da correre il rischio di NON percepire altro che…pensieri!
“Non vediamo gli oggetti molto chiaramente, perchè concentriamo l’attenzione verso ciò che abbiamo in mente, piuttosto che verso quanto ci sta di fronte.
Quando la mente è occupata a pensare, le forme sono confuse e i colori offuscati; i sapori, i suoni, gli odori e le sensazioni sono distorti e indistinti. se pensiamo a ciò che vediamo, udiamo, odoriamo, assaggiamo e tocchiamo, invece di vedere, udire, odorare, assaporare e toccare solamente, allora non percepiamo il gusto pieno dell’ esperienza”. [Diana St Ruth 1993]
Quando pensiamo troppo non stiamo vivendo QUI, ORA, in questo momento, questa vita, ma siamo dentro la nostra mente che sta pensando di vivere.
Ma…
Quando prendi quel gelato che ti piace da impazzire sei dentro l’esperienza gustativa del gelato oppure stai PENSANDO al gelato?
Quando baci la persona che ami, sei lì con lei? Oppure sei altrove nella tua mente che pensa?
Nello zen si dice “Quando cammini, cammina. Quando mangi, mangia.”
Sviluppare un atteggiamento “mindful” significa vivere interamente il momento presente esattamente per quello che è.
Sviluppare le proprie abilità di mindfulness ci conduce a vivere nel presente senza farci agganciare da passati rancori e da future preoccupazioni.
“Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L’amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ORA possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.” – Buddha
Questo mutamento di prospettiva migliora la qualità della nostra vita!
Si può vivere un’esistenza ricca piena e significativa, iniziando da ora, ma per farlo si dovrà imparare come uscire della propria mente ed entrare nella propria vita.
La mindfulness è un valido strumento per imparare questa abilità.
La mindfulness non è:
Comprendere cosa non è la mindfulness può aiutare a definire meglio il suo vero significato e il suo potenziale impatto positivo sulla vita quotidiana.
La mindfulness è una pratica che può essere utile a una vasta gamma di persone, indipendentemente dall’età, dal background culturale o dalla situazione personale.
In generale, la mindfulness è adatta a chiunque desideri migliorare il proprio benessere mentale ed emotivo, sviluppare una maggiore consapevolezza e vivere più pienamente nel momento presente.
LE QUALITA’ DELL’STRUTTORE DI MINDFULNESS
Le qualità di un istruttore di mindfulness sono fondamentali per garantire un apprendimento efficace e autentico della pratica. Ecco alcune delle principali qualità che un buon istruttore di mindfulness NUTRE e si impegna a coltivare:
Queste qualità contribuiscono a creare un ambiente favorevole dove gli studenti possono esplorare la mindfulness e beneficiare appieno della pratica.
Mindfulness e meditazione non sono esattamente la stessa cosa, anche se sono strettamente correlate.
Mindfulness è una pratica e uno stato mentale che implica essere pienamente presenti e consapevoli del momento attuale, senza giudicare. Questo può essere applicato a qualsiasi attività quotidiana, come mangiare, camminare o ascoltare qualcuno. La mindfulness si concentra sull’osservare i propri pensieri, emozioni e sensazioni corporee con accettazione e curiosità.
Meditazione, d’altra parte, è una pratica specifica che può favorire la mindfulness, ma esistono anche molte altre forme di meditazione che non si concentrano necessariamente sulla mindfulness. Nella meditazione mindfulness, per esempio, ci si focalizza sul respiro o sulle sensazioni corporee per allenarsi a mantenere la consapevolezza e l’attenzione.
In sintesi, si può dire che la meditazione è una tecnica per sviluppare la mindfulness, ma la mindfulness può essere praticata anche al di fuori della meditazione formale.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato i vantaggi della mindfulness in vari contesti clinici:
Meccanismi di Azione
La ricerca ha identificato diversi meccanismi attraverso cui la mindfulness esercita i suoi effetti benefici:
Applicazioni nella Salute e Benessere
Oltre agli utilizzi clinici, la mindfulness è stata integrata in vari ambiti, come:
Critiche e Limiti
Nonostante i numerosi benefici, alcuni critici sollevano dubbi riguardo alla generalizzabilità dei risultati e alla qualità metodologica di alcuni studi. È importante che ulteriori ricerche affrontino queste critiche e approfondiscano l’efficacia della mindfulness in differenti popolazioni.
Conclusione
La ricerca scientifica sulla mindfulness ha dimostrato in modo convincente i suoi benefici in vari contesti, rendendola un intervento utile per la gestione dello stress, della salute mentale e del benessere generale. Tuttavia, come per ogni pratica, è fondamentale che venga adottata in modo consapevole e, quando necessario, sotto la guida di professionisti qualificati.
La mente è un insieme di eventi, chi osserva partecipa a questi eventi ogni volta che si guarda dentro. La mindfulness ovvero la meditazione di consapevolezza è osservazione partecipe: ciò che si guarda reagisce all’azione del guardare. Di conseguenza ciò che si guarda dipende dal modo in cui si guarda. Per questo motivo l’azione meditativa è qualcosa di estremamente delicato il cui risultato dipende fortemente dallo stato mentale del meditante. Per il successo della pratica meditativa sono importati gli “atteggiamenti” intesi come regole da applicare.
Il protocollo MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) è un programma concepito per aiutare le persone a gestire lo stress, l’ansia, il dolore e altre condizioni cliniche attraverso l’integrazione della meditazione mindfulness e dell’auto-consapevolezza. Sviluppato negli anni ’70 dal Dr. Jon Kabat-Zinn presso la University of Massachusetts Medical School, il MBSR si basa su antiche tradizioni contemplative ma è stato adattato in un contesto clinico e scientifico.
Struttura e Durata del Protocollo MBSR
Il programma MBSR tipicamente si svolge in un corso di otto settimane, durante il quale i partecipanti apprendono tecniche di meditazione e pratiche di consapevolezza sia in aula che a casa. Ogni sessione dura circa 2-3 ore e include diverse componenti:
Componenti Chiave del MBSR
Benefici del MBSR
Il programma MBSR ha dimostrato di fornire vari benefici, tra cui:
Evidenze Scientifiche
Numerosi studi scientifici hanno supportato l’efficacia del MBSR nella riduzione dello stress e nel miglioramento della salute mentale e fisica. Ricerche cliniche, meta-analisi e trial randomizzati controllati hanno dimostrato che il MBSR è efficace non solo per il trattamento dello stress, ma anche per condizioni come il dolore cronico, le malattie cardiache, l’ipertensione e la gestione dell’ansia e della depressione.
Conclusioni
Il protocollo MBSR si presenta come un approccio versatile e scientificamente validato per la gestione dello stress e il miglioramento del benessere complessivo. Attraverso pratiche di mindfulness e meditazione consapevole, i partecipanti apprendono a riconoscere i propri pensieri e sentimenti senza giudizio, sviluppando una maggiore consapevolezza e resilienza. L’integrazione della mindfulness nella vita quotidiana può portare a una significativa trasformazione personale e a una vita più equilibrata e soddisfacente
I benefici tratti dalla pratica della mindfulness suggeriscono un alto potenziale anche pei i ragazzi.
L’adolescenza rappresenta una fase “critica” dello sviluppo, sia dal punto di vista psico-fisico che socio-relazionale. Questa fase porta con se molte espressioni di disagio, collegate ai diversi contesti di vita, la famiglia, la società e ai tratti di personalità. Molti adolescenti sono attratti da comportamenti definiti dagli adulti “sbagliati”, comportamenti motivati dal desiderio di vivere esperienze eccitanti (“sensation seeking”). Secondo il Daniel J. Siegel “ non c’è niente di sbagliato negli adolescenti, il loro comportamento “rischioso” deriva direttamente da cambiamenti nei circuiti neuronali del cervello che danno origine a delle qualità precise: una ricerca di novità , un impegno sociale, una maggiore intensità emotiva, l’esplorazione creativa, Come spiega Siegel, il modo in cui gli adolescenti coltivano queste qualità determina la loro identità da adulti. Durante le fasi di crescita c’è: prima una sovrapproduzione del numero di neuroni (cellule) e sinapsi (connessioni) nel cervello che crea un enorme potenziale; poi seguita da una fase di “potatura” e organizzazione delle vie neurali. Questo significa che il cervello conserva solo le connessioni spesso utilizzate e scarta sinapsi inutilizzate. Così il cervello dell’adolescente è pieno di potenzialità, e le azioni cioè i comportamenti agiti determineranno una “specializzazione positiva e negativa”. Molte ricerche suggeriscono che lo sviluppo del cervello , in particolare la corteccia prefrontale , non è completa fino a circa l’età di 25 anni . E’ sull’individuazione di questa regione cerebrale che i nuovi studi pilota sull’applicazione della mindfulness in adolescenza iniziano a misurarne gli effetti e le potenzialità. Le importanti funzioni della corteccia prefrontale il cui sviluppo è stimolato dalla mindfulness sono:
Il cervello dei praticanti mindfulness ha dimostrato di aver migliorato la comunicazione tra emisfero destro e sinistro, equipaggiandosi con il pieno potenziale di strategie analitiche e creative per soddisfare situazioni di vita complesse.
I maggiori benefici “cosìdetti osservabili” della pratica della mindfulness negli adolescenti riguardano lo sviluppo di competenze sociali ed emotive e la consapevolezza di sé (acquisizione fondamentale in questa età evolutiva di passaggio e formazione dell’identità), dal punto di vista clinico il miglioramento di comportamenti antisociali, dell’aggressività, di disturbi della condotta, del disturbo borderline di personalità, del disturbo ossessivo compulsivo e del disturbo da deficit di attenzione con iperattività (Bogels et. al 2008).
Altri importanti effetti positivi derivano dall’insegnamento dell’ “autoregolazione dell’attenzione” (Bishop et al. 2004), e riguardano il miglioramento della reattività allo stress, lo sviluppo di risorse interne per l’autoregolazione dell’attenzione che conducono allo sviluppo di strategie di coping funzionali a ridurre e gestire l’ansia, a prevenire la depressione, alla gestione del dolore cronico, al miglioramento di disturbi psicosomatici (psoriasi, alopecia, fibriomialgia), di disturbi alimentari, e alla riduzione dei comportamenti di abuso di sostanze (Kabat-Zinn e Baer 2003; Bishop 2002). Nonostante l’aumento di studi pilota e ricerche sulla mindfulness in adolescenza, sono ancora pochi i protocolli validati. Uno dei protocolli validati è l’MBSR-T Mindfulness-Based Stress Reduction for Teens di Gena Biegel (2010). L’ autrice sottolinea la “risonanza” delle pratiche del body-scan, yoga-mindfulness, in quanto più attive, e sottolinea l’ aspetto importante nel lavoro con gli adolescenti: aiutarli a “ stare in, o con il silenzio”.
Myla e John Kabat-Zinn in un interessante libro “Learning to breathe. A Mindfulness Curriculum for Adolescents to Cultivate Emotion Regulation, Attention, and Performance” (Patricia C. Broderick, Myla Kabat-Zinn RN, BSN, Jon Kabat-Zinn 2013) riassumono così l’efficacia della pratica mindfulness con gli adolescenti:
“…attraverso la coltivazione sistematica di attenzione, consapevolezza, auto-compassione e gentilezza verso gli altri, tutte capacità che gli adolescenti hanno già e che possono essere rafforzate attraverso la pratica della mindfulness, rappresentano una serie di competenze fondamentali e di grande beneficio di vita. Queste abilità possono aiutare gli adolescenti a navigare in modo più efficace attraverso un momento nella vita che può essere fonte di confusione, pieno di incertezze, ed estremamente stressante. Queste abilità di vita costituiscono la base per la costruzione di relazioni di successo, a cominciare da se stessi. Essi possono anche contribuire a ottimizzare l’ambiente sociale e scolastico…così come un musicista fa nel momento di accordare il suo strumento…”
Queste sono solo alcune delle applicazioni e dei benefici della mindfulness. La pratica può essere integrata in diverse attività quotidiane, rendendola accessibile a chiunque voglia migliorare la propria qualità della vita.
L’INTENZIONE DI FONDO
L’intenzione di fondo della mindfulness è quella di promuovere una maggiore consapevolezza del momento presente, permettendo alle persone di osservare i propri pensieri, sentimenti e sensazioni fisiche senza giudizio. Questo approccio invita a sviluppare una relazione più sana e consapevole con se stessi e con l’ambiente circostante.
Gli obiettivi principali della mindfulness includono:
In sintesi, la mindfulness è un approccio pratico che incoraggia le persone a vivere in modo più presente e autentico, migliorando il benessere generale e la qualità delle relazioni.
LETTURE CONSIGLIATE
Ciascuno di questi libri offre un approccio unico e pratico alla mindfulness e può aiutarti a integrare questa pratica nella tua vita quotidiana senza sentirti sopraffatto. Buona lettura!
SE SEI UNO PSICOLOGO E VUOI DIVENTARE ISTRUTTORE
Se sei uno psicologo, uno psicoterapeuta o un medico e vuoi integrare le tue competenze personali e professionali con la pratica della mindfulness. Ecco cosa devi sapere.
Diventare un istruttore di mindfulness è un percorso gratificante che richiede impegno e formazione.
Ecco alcuni passaggi chiave che puoi seguire:
QUI DI SEGUITO IL LINK Per avere informazioni sul prossimo corso di formazione
https://apc.it/servizi-clinici/cbt-terza-ondata/mindfulness/mindfulness-descrizione/
Diventare istruttore di mindfulness richiede tempo e dedizione, ma può essere un viaggio molto arricchente sia per te che per le persone che guiderai.
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